“Nell’abisso di un antico mare” – “La Pietra e le pietre”
Le immagini provengono da una ricerca pluriennale sulla Pietra di Bismantova: montagna sacra, altare naturale,montagna del Purgatorio, fonte d’ispirazione per l’arte. Sono tratte in particolare da “Nell’abisso di un antico mare” e da “La Pietra e le pietre”.
I soggetti delle fotografie raccolte in “La Pietra e le pietre” sono alcuni degli innumerevoli massi di ogni forma e dimensione che nel corso dei millenni si sono staccati dalla sommità della Pietra e sono scivolati alla base del suo perimetro; alcuni isolati, altri a gruppi o nascosti nei boschi che la circondano. Pietre di ogni forma e dimensione, coperte di muschio o di edera, spesso nascoste dalla vegetazione. Fin dall’antichità le pietre hanno racchiuso significati e simboli legati al sacro o all’esoterico: dalla pietra di Giacobbe ai menhir celtici, dalla pietra nera di forma conica, con la quale era raffigurata Cibele, alla montagna sacra simbolo del Polo o dell’Asse del Mondo, fino ad arrivare all’Uovo del Mondo ed all’Omphalos. L’asse rappresentato dalla montagna (e forse anche dai suoi frammenti) ha sempre dunque legato fra di loro il cielo e la terra. Le immagini raccolte in “Nell’abisso di un antico mare” ci ricordano le origini di questo affascinante monolite. La roccia calcarea che compone la Pietra ha avuto origine infatti in un ambiente marino risalente al Miocene. L’abisso che era colmo dell’acqua del mare è diventato oggi l’abisso d’aria intorno ai fianchi che solleva le montagne. In una sorta di immersione dal basso queste fotografie rivelano il lavoro millenario dell’acqua, del
ghiaccio e del vento.
BIO
Si avvicina alla fotografia alla fine degli anni settanta, ma solo dieci anni più tardi avverrà la svolta fondamentale: l’incontro con le immagini di Ansel Adams. Convinto che la bellezza di un luogo possa essere colta e quasi amplificata dalla visione della fotografia e che non sia indispensabile cercare lontano o rivolgersi all’esotico, inizia a percorrere le strade dell’Appennino che, con gli anni, impara a conoscere e ad apprezzare.
Comincia così, dalla fine degli anni ottanta, una ricerca decennale che lo porterà alla pubblicazione del volume “In attesa dell’incanto”.
Lo sguardo si sposta poi dai primi paesaggi di ispirazione americana verso immagini più delimitate nello spazio e più ravvicinate: prende corpo il lavoro “Zone d’ombra”.
Negli ultimi anni novanta inizia la ricerca sui segni della divinità e del sacro nella natura, questo lavoro, stampato su carta naturale sensibilizzata con emulsione liquida, segna anche un cambiamento significativo nella sua ricerca: in controtendenza con l’avvento del digitale, cerca di rendere ancor più artigianale la produzione dell’immagine. Inizia a stampare al platino/palladio. La stampa a contatto, in cui la dimensione dell’immagine è la stessa del negativo, lo spinge a passare anche a formati di ripresa superiori. Del 2015-2016 è “Il giardino della Pietra”, il primo di quattro lavori sulla Pietra di Bismantova, lavoro al di fuori dell’iconografia classica. “La Pietra e le pietre” (2016), “Nell’abisso di un antico mare” (2016-17) e “Su Bismantova in cacume” (2017) sono gli altri tre.